sabato 31 maggio 2014

Torta salata: zucchine, feta e cipolla di Tropea


Io amo la cipolla, mi piace tanto sia cotta che cruda: cruda d'estate in insalata é buonissima.
Dal mio fruttivendolo ho trovato la cipolla di Tropea: bella, allungata, sugosa, rossa, saporita, l'ho comprata per farmi un'insalata.





Ho pensato anche di mangiarla cotta ed unirla ad altri ingredienti che avevo comprato: così ho fatto questa torta salata.





I tre protagonisti, zucchine, cipolla di Tropea e feta hanno dato vita ad una varietà di sapori molto molto interessante.
Il sapore forte ma dolce della cipolla, unita alla delicatezza delle zucchine e al formaggio Greco dal gusto deciso mi sono proprio piaciuti!





Certo, com'è noto la cipolla lascia un certo..."odore e sapore particolare" in bocca ma ci sono spazzolino e dentifricio, magari anche collutorio.
Non fatevi problemi! C'è di peggio...






Torta salata con zucchine, feta e cipolla di Tropea

Pasta brisée
300 gr (la ricetta la trovate qui)

300 gr zucchine piccole
100 gr formaggio Feta
1 cipolla di Tropea media 
2 uova
50 gr parmigiano grattugiato
100 ml panna liquida
Olio evo q.b.
Sale q.b.
1/2 cipolla di Tropea per decorazione

Ho lavato le zucchine e le ho tagliate a rondelle.
Ho pulito la cipolla e ho tagliato anch'essa a rondelle.
In una padella con 3 cucchiai d'olio ho cotto le zucchine e la cipolla per 6/8 minuti a fuoco vivo.
Appena cotte le ho messe da parte.
Nel bicchiere del mixer ad immersione ho versato le uova, il parmigiano, un po' di sale e la panna ed ho miscelato con il mixer.
Ho spezzettato la feta e ne ho messa la metà insieme alla miscela di uova.
Ho tagliato a rondelle spesse la metà di una cipolla e ho saltato nella padella unta, dove ho cotto le zucchine e cipolla, le singole rondelle.

Ora ho steso la pasta brisée ad un'altezza di 3/4 millimetri e l'ho adagiata in una pirofila di ceramica tonda di diametro 18 cm.
Ho versato le uova con metà della feta sbriciolata, le zucchine con la cipolla, l'altra metà della feta sbriciolata e le rondelle di cipolla saltate in padella in superficie.



Ho cotto in forno caldo per 40 minuti a 180 gradi in forno ventilato.
Negli ultimi 10 minuti di cottura ho messo sulla superficie della pirofila un foglio di carta di alluminio per non far scurire troppo la torta.



                              

Ho sfornato, ho lasciato intiepidire ed ho servito.




giovedì 29 maggio 2014

Happy birthday to me...





Ieri non ero preparata ad affrontare il mio anno in più...avrei voluto più tempo per assorbire tutta l'ansia nel dover dire che ho......anni!!!

Quanti anni ho? L'ho scritto prima, ne ho .....!!!
Che strano, scrivo il numero ma non compare...dev'esserci un problema nella tastiera, si, certamente...

Ecco, avete capito, sono una giovanissima donna, felice e soddisfatta, penso e ripenso a questo anno in più ma in fondo io di anni me ne sento sempre 25...
25 ma proiettati ad oggi, anno 2014, matura, consapevole, sicura, con una bella famiglia, un figlio meraviglioso, dei cani bellissimi...e tanta voglia di continuare ad essere giovane!




Sono nata in un periodo meraviglioso, la Primavera, il mese é quello delle rose, Maggio, il mese dei fiori, i colori, il sole...un mese dove tutto si risveglia!
La natura é in un crescente di emozioni che ci trasmette la giusta dose di entusiasmo e gioia.
Gioia anche per il palato...le frutte più gustose, colorate, saporite le troviamo in questo periodo!

Non mi sono mai fatta una torta per auto-festeggiarmi...ho sempre avuto la fortuna di averla bella e buona da mia mamma.
Per questo compleanno ho desiderato farne una anche io...non tutta per me ma dedicata a me.
Ma dedicata anche a tutti gli amici che si sono ricordati oggi di me, a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri, e siete proprio tanti!
Vi ringrazio di cuore e vi dedico questa torta...lo so, solo virtualmente, se fosse possibile condividerla con tutti voi sarebbe magnifico!






Ho scelto gli ingredienti che preferisco con l'aggiunta di qualcosa di estremamente primaverile, colorato e buono...
Cioccolato e ciliegie!

Morbidezza, scioglievolezza, libidine...


                              


Chocolate and cherry red cake

Biscotto al cacao con ciliegie e cioccolato fondente

300 gr uova intere
100 gr zucchero di canna muscovado
75 gr farina 00
15 gr cacao amaro in polvere
25 gr burro
50 gr cioccolato fondente al 72%
100 gr ciliegie snocciolate

Per la decorazione

1 manciata di ciliegie con il picciolo per la decorazione
Rum bianco
Cioccolato bianco

Ho montato le uova intere in una boule di vetro con lo zucchero fino a farle diventare spumose e gonfie.
Nel frattempo ho sciolto il burro a bagno maria e l'ho fatto raffreddare.
Ho versato la farina ed il cacao setacciati sulla montata mescolando dall'alto verso il basso con una spatola, senza far smontare il composto.
Ho versato il burro fuso, sempre mescolando, in seguito le ciliegie tagliate a pezzettini e il cioccolato fondente tagliato grossolanamente.
Ho imburrato una teglia quadrata di cm 20x20 mettendo sul fondo un foglio di carta da forno.
Ho infornato in forno caldo a 180 gradi ventilato per 20 minuti.
Appena cotto l'ho capovolto ed ho lasciato raffreddare.


Namelaka al cioccolato fondente

380 gr cioccolato fondente al 70%
300 gr latte intero
15 gr glucosio
6 gr gelatina in fogli
600 gr panna liquida

In un pentolino ho portato a bollore il latte ed il glucosio.
In una boule capiente di vetro ho spezzettato finemente il cioccolato fondente.
Nel frattempo ho messo a reidratare la gelatina con 30 ml di acqua.
Appena il latte ha raggiunto il bollore, ho versato la gelatina ammorbidita ed ho ben mescolato.
Ho poi versato il latte caldo sul cioccolato ed ho mescolato fino a far sciogliere bene il tutto.
Ho poi versato piano piano la panna fredda sul composto e contemporaneamente ho emulsionato il cioccolato con un mixer ad immersione.
Ho conservato in frigo coperto da pellicola alimentare per 24 ore.
Dopodiché ho montato con le fruste per poter guarnire la torta.




Composizione del dolce:

Ho messo il biscotto al cacao su un piatto rettangolare, ho spalmato e spatolato una quantità di Namelaka pari a due cm circa in altezza.
Ho poi creato con il sac à poche e una bocchetta apposita dei decori sulla superficie.
Ho decorato con le ciliegie precedentemente macerate nel rum bianco e dei riccioli di cioccolato bianco.

                              


Questa rosa rossa bellissima é del giardino di mia mamma, che me ne ha fatto dono!

                              




Grazie ancora per tutti gli auguri ricevuti!
Mi avete resa felice! Questo anno in più ora pesa di meno...



lunedì 26 maggio 2014

La piada: versione 1.1



É bastato un messaggio di mia cugina Corinna su Facebook l'altro giorno, per farmi ritornare alla carica per la preparazione della piada.
Mi ha fatto venire voglia di Rimini, famiglia, piada, colori, odori, amici, ricordi...
Non che non ne avessi di voglia, figuriamoci, ma con quei ricordi mi é scattato il 'trip' piada romagnola!
Si, la vera piada, l'unica e sola che si fa in Romagna, a Rimini, quella che fa impazzire tutti...
In queste ultime settimane ho letto con piacere che per la Piadina si sta cercando di ottenere il riconoscimento IGP (Indicazione di origine protetta) ma solo per quella prodotta tradizionalmente e manualmente, non quella industriale che di piada non ha nemmeno l'aspetto!


Tanti anni fa mia mamma la faceva spesso in casa ma...i giudizi erano troppo pesanti!
I giudizi di mio padre, riminese, fondamentalista riminese, che se non usi l'acqua di Rimini, la piada non viene bene!
E poi, la farina non è quella giusta, il sale nemmeno quello, l'insalata per condirla...per carità, quella poi non sarà mai come quella di Rimini!

In effetti, bisogna usare le materie prime giuste, altrimenti non viene bene la piada!
Che poi, gli ingredienti sono pochi, ma vai a vedere quali sono le dosi giuste da calibrare...difficile!

E così, mia mamma, decise che preferiva continuare a fare le sue pizze, le sue focacce, i suoi meravigliosi panzerotti che andavano a ruba, e così mio padre non potè dire più nulla!

Ogni nostro viaggio a Rimini corrispondeva ad un ritorno in macchina carico di piade, salsicce, costine, porchetta, insalata, melanzane (quelle piccole e lunghe ottime da fare al forno con il pan grattato), pomodori, pane, ciambella romagnola, insomma, svaligiava tutti i negozi vicini a casa nostra.
La piada si congelava e si tirava fuori quando se ne aveva voglia: spesso!
Così i palati erano accontentati e si poteva gustare la piada, chiudere gli occhi e pensare di essere a Rimini...un po' di ossigeno per tutti noi!

Io nel mio piccolo ho cercato di riprodurla in questi anni: i risultati sono stati deludenti, ma ieri...




Si, ieri non mi è venuta affatto male! Anzi...direi un buon risultato!

La scorsa estate a Rimini, durante una cena con tutti i cugini e alcune zie, chiesi alla zia Marisa i segreti per una buona piada.
Mi disse che ci voleva della farina, dell'acqua o del latte, del sale, un po' di bicarbonato e lo strutto.
Ma tutto...ad occhio!!! Ma io non ho l'occhio delle mie zie, non ho l'occhio de le azdore!
Ho l'occhio e le mani di una mezza romagnola...e mi devo confrontare con la realtà!
Mi devo impegnare dieci volte di più...

La Piadina di Paola Giovannini


Con un chilo di farina
fresca, bianca, fina fina,
si prepara sul tagliere
un mucchietto col cratere.
Ci si mette un po' di sale
e del grasso di maiale.
Un soffio di bicarbonato
va pian piano incorporato
mescolando con le dita
e con acqua intiepidita.
Questo mucchio inconsistente
si lavora brevemente
e diventa liscio e sodo
se impastato in giusto modo.
Dalla forma arrotondata
che ben presto si è formata
va staccato un pezzettino
e schiacciato per benino.
Lo si fa col mattarello
che è di legno, lungo e snello.
Sulla teglia che già scotta
questa sfoglia ora va cotta.
Il prodotto cucinato
col formaggio va gustato.
Ma se provi coi salumi
sentirai certi profumi.
Questa pasta sopraffina è...la piadina!!!


Ecco, sembra facile, come dicevo gli ingredienti sono pochi ma...bisogna trovare il giusto compromesso.


Devo ammettere che anche io mi sento una fondamentalista romagnola, nel senso che la piada è PIADA solo se si usano questi ingredienti!
Se la si fa in altra maniera, con altri elementi...non la si può chiamare piadapiadina!
Chiamatela con altro nome, please!!!

E detto ciò, passo a descrivere la mia piada casalinga versione 1.1 (quantità e modalità di esecuzione decise dopo un'accurata analisi con mia mamma e i suggerimenti delle mie zie)

PIADA ROMAGNOLA fatta da me

500 gr farina 0
100 gr strutto
100 ml latte
100 ml acqua
12 gr sale grosso
mezzo cucchiaino di bicarbonato





Ho setacciato la farina sulla spianatoia ed ho creato un cratere.
In un pentolino ho fatto riscaldare il latte dove poi ho sciolto lo strutto.
Ho versato pian piano lo strutto sciolto nel latte facendolo amalgamare con la farina, ho schiacciato il sale grosso con il matterello fino a renderlo abbastanza fine e l'ho inserito nel cratere, così come per il bicarbonato.
Ho lavorato l'impasto versando a poco a poco l'acqua, fin dove serve, dipende poi da quanta ne assorbe la farina e l'impasto intero.
Alla fine si deve ottenere una palla non troppo dura né troppo molle ma...giusta, che va fatta riposare sotto una boule di vetro per almeno mezz'ora.





Trascorso il tempo ho diviso l'impasto in piccole porzioni da 140 gr circa l'una.
le ho stese con il matterello e le ho bucate con i rebbi di una forchetta per non far gonfiare in fase di cottura.
Nel frattempo ho messo il testo (la tipica 'padella' romagnola per la cottura della piada) sul fuoco non troppo alto, l'ho fatta ben riscaldare ed ho cotto le piade.






Per mantenerle calde, le ho messe in un panno coperte, così fino a che non si finisce di cucinarle e portarle a tavola non si raffreddano.



                              

Si servono tagliate a metà oppure a spicchi messe nel cestino del pane e mangiate al posto del pane.
Per le farciture le più classiche sono con il prosciutto crudo, la salsiccia (quella buona romagnola...) l'insalata, stracchino e rucola...
Ma ormai ci si può mettere di tutto, anche le piadinerie di Rimini ne offrono di tutti i generi!


Per quanto mi riguarda io la preferisco farcita con l'insalata e con lo stracchino e rucola.


                              

Ma adoro anche il cassone alle erbe!
Il cassone non è altro che una piada intera farcita di erbette (buone, buone, buone...) chiusa e cotta da entrambe i lati.
Il classico del cassone è verde o rosso, cioè erbette o pomodoro e mozzarella ma anche per i cassoni la scelta è vasta!


Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la stella, tu sei l'amore...








mercoledì 21 maggio 2014

Torta stratificata black&white




Due colori: bianco e nero


Delle stelle: 3 per l'esattezza

                              

Del verde, bianco, rosso: il tricolore

                              

Un numero: 102
La cioccolata colante: la goduria che si materializza

Con molta calma e tanta gioia voglio condividere la felicità di aver raggiunto un traguardo che nessuno mai aveva raggiunto, un punteggio stellare come solo la Signora ha saputo fare.

Si, sono Juventina, lo sono sempre stata, non ricordo di aver mai pensato ad altra squadra se non la Juve.

Questo é stato il terzo campionato di fila vinto dalla Juventus, un'ottima annata, tre ottime annate, meritate.

Io sono una tifosa del calcio, sono una sportiva, mi piacciono le competizioni, mi piace il tifo, quello vero, mi piace lo sfottò, quello tra amici che tifano colori diversi dai miei.
Andavo allo stadio, un po' di anni fa, mi é sempre piaciuto.
Non ci sono più andata per due motivi: uno é che la squadra del Bari ha stazionato poco in serie A ed io ci andavo per vedere le squadre di serie A, e la mia Juve, naturalmente.
Altro motivo é che l'intero mondo del calcio mi ha deluso, ha deluso in tanti, tutto questo vociare, tutte queste ruberie, il razzismo, le truffe, i corrotti, i soldi spesi per i giocatori...tutto questo mi fa un po' senso.

Io però sono una romantica, penso sempre alla mia squadra perfetta, quella degli anni 1982/1983/1984 e dintorni, dormivo con il poster della Juventus attaccato alla testata del mio letto, dove c'erano Zoff, Cabrini, Scirea, Tardelli, Brio, Platini, Boniek, Bettega, Gentile e tanti altri, anni in cui si parlava di 'calcio' ed io la Domenica pomeriggio ascoltavo in radio le partite e poi Novantesimo minuto e poi la Domenica sportiva. 
Una giornata dedicata al calcio.

Anche adesso continuo a tifare bianconero, sempre di più, con molta intensità, nonostante tutto quello che succede, nonostante i bruttissimi episodi che ancora accadono, nonostante strani delinquenti che si spacciano per tifosi!

Il tifo vero non si macchia di sangue, non butta banane, non butta pietre e bottiglie in campo, non brucia i seggiolini, il tifo vero si limita a difendere la propria squadra, a confrontarsi lealmente con le dirette avversarie, ci si stringe la mano a fine partita e ci si fa i complimenti per la partita giocata.


                              


Si, io sono una tifosa di questo genere e con gioia e orgoglio festeggio a modo mio la Mia Signora!



Torta Juventus

Pan di Spagna al cioccolato (L. Montersino)
(Per una teglia di 18 cm.)

187,5 gr uova intere
125 gr zucchero semolato
30 gr burro
100 gr farina 00
15 gr fecola
15 gr cacao amaro

Ho iniziato sciogliendo il burro a bagno maria e l'ho lasciato raffreddare.
Ho separato i tuorli dagli albumi ed ho incominciato a montare gli albumi in planetaria e frusta, con lo zucchero.
Successivamente ho versato un tuorlo alla volta, sempre con planetaria in funzione: ho lasciato montare bene e quando il tutto era ben spumoso ho preso una piccola quantità della montata e l'ho mescolata al burro fuso.
Questo serve per ottenere la stessa consistenza dei due preparati e per non far smontare il composto di uova.
Ho poi aggiunto la farina, la fecola ed il cacao setacciati con una spatola mescolando dall'alto verso il basso.
Ho imburrato la teglia ed ho infornato in forno caldo a 170 gradi per 30 minuti.
Appena cotto il PDS ho sfornato, capovolto su di un canovaccio e lasciato raffreddare.

Mousse di ricotta e gocce di cioccolato

300 gr ricotta vaccina
300 gr panna semi montata
4 cucchiaini di miele d'acacia
50 gr di gocce di cioccolato
80 gr zucchero a velo
6 gr gelatina in fogli

Per farcire la torta ho usato la mousse che ho già presentato nel post precedente.
Le quantità sono differenti e in più ho aggiunto della colla di pesce perché la volevo più sostenuta.
Dunque ho iniziato col reidratare la gelatina in 30 ml di acqua.
Ho poi setacciato la ricotta, l'ho mescolata al miele e alle gocce di cioccolata.
Ho poi sciolto la gelatina in un po' di panna liquida che ho messo in un pentolino a riscaldare.
Una volta sciolta, ho lasciato raffreddare e l'ho mescolata alla ricotta.
Ho messo in frigo.

Bagna al cioccolato

250 ml acqua
80 gr zucchero semolato
50 ml liquore al cioccolato

Ho messo in un pentolino l'acqua e lo zucchero, ho portato a bollore ed ho versato il liquore al cioccolato.
Ho mescolato, ho tolto dal fuoco ed ho lasciato raffreddare.

Ganache al cioccolato fondente 

250 gr cioccolato fondente al 72%
250 gr panna liquida
25 gr sciroppo di glucosio

Decorazioni
Qualche fragola grande
100 ml panna da montare
Tre stelle di cartoncino giallo

Ho sciolto a bagno maria il cioccolato, in un altro pentolino ho portato a 60/70 gradi la panna e il glucosio.
Ho così versato il cioccolato fuso nella panna, fuori dal fuoco, mescolando con una frusta fino a che non si é amalgamato bene il tutto.
Ho lasciato intiepidire.

Passiamo alla composizione della torta.
Ho tagliato in tre strati il PDS, ho bagnato con un pennello tutte le superfici con la bagna al cioccolato, ho farcito con il sac à poche e bocchetta liscia gli strati con la mousse di ricotta ed anche la parte superiore.
Ho poi versato, quando tiepida, la ganache di cioccolato sulla torta ed ecco la torta Juventus!
Goduriosa come la vittoria del campionato, strabordante cioccolato come la felicità dei suoi tifosi, incontenibile farcia come la voglia di continuare così!



                              




 Questa ricetta partecipa alla raccolta di Ricette Pasticcione sul tema "É tempo di RICOTTA"

                   http://apprendistipasticcioni.blogspot.it/p/eventi.html


venerdì 16 maggio 2014

Geometrie di cioccolato con mousse di ricotta



Un'altra giornata fresca, Maggio inoltrato e sembra di essere a inizi Novembre!
Pioggia, tanta pioggia, il verde ringrazia sempre, l'acqua ci vuole, le piante hanno bisogno di questa manna ma noi ci sentiamo umidi come in un acquario! 

In un pomeriggio così viene voglia di addolcire l'atmosfera e apro il frigo.
C'è della ricotta da consumare...che fare?
Ho anche un po' di panna in scadenza...
Mumble...mumble...
Facciamo una mousse!
E con che cosa l'abbino? Cioccolato...ovvio!







E così sono nate queste geometrie cioccolatose, non proprio perfette ma vanno bene comunque.
Non avevo alcuni attrezzi che mi servivano per il cioccolato, così mi sono arrangiata.





Mousse di ricotta

200 gr ricotta vaccina
200 gr panna da montare
2 cucchiaini di miele d'acacia
50 gr zucchero a velo
20 gr gocce di cioccolato 

Cioccolato fondente al 50%

Ho fatto ben scolare la ricotta per far perdere i liquidi in eccesso e l'ho setacciata.
Ho aggiunto i 2 cucchiaini di miele d'acacia, i 20 gr di gocce di cioccolato ed ho ben mescolato.
Ho versato la panna in una boule, l'ho messa in congelatore per 5 minuti circa con le fruste elettriche per far ben raffreddare e poi l'ho semi montata.
Ho incorporato la panna alla ricotta con una spatola e l'ho messa in frigo.

Nel frattempo ho messo del cioccolato fondente al 50% in pasticche in un pentolino a bagno maria e l'ho fatto sciogliere portandolo ad una temperatura di 45 gradi circa.
Ho versato il cioccolato su un piano per farlo raffreddare e cristallizzare portandolo ad una temperatura di 29/30 gradi.
Non avendo a casa dei fogli di acetato ho versato il cioccolato temperato su un foglio di carta da forno.
L'ho livellato ad un'altezza di pochi millimetri con una spatola francese ed ho aspettato che iniziasse a solidificare.
Dopo una decina di minuti ho impresso la forma tonda e rettangolare con dei coppapasta ed ho fatto finire di solidificare il cioccolato.

Ho messo la mousse di ricotta in un sac à poche con bocchetta a stella larga e ho iniziato a posizionare le forme di cioccolato su un piatto, intervallate da ciuffi di mousse.





E adesso con un cucchiaino affondiamo sulla millefoglie e facciamo crunch...

Buon accostamento con mousse non troppo dolce e il cioccolato fondente al punto giusto, croccante anche se pieno di difetti, tra cui l'opacità per un temperaggio non perfetto e una superficie non idonea.

Bhé, come passatempo sono soddisfatta...! 





                                


mercoledì 14 maggio 2014

Focaccia integrale


Se mi "regalano" un pomeriggio a casa, un pomeriggio con pochi compiti per mio figlio, un pomeriggio fresco e un po' piovoso...io mi regalo una focaccia!

Avere tempo di pomeriggio é ormai un'utopia, sempre di corsa e sempre ad incastrare tutte le attività e gli impegni di lavoro, ma quando fortunatamente sono a casa, senza fretta alcuna, mi viene sempre la tentazione di preparare qualcosa che ha bisogno di tempo per lievitare...

Ieri ho pensato a questa focaccia.





É tratta da un libro di Marco Bianchi, noto divulgatore scientifico che lavora presso la IFOM-Istituto FIRC (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e affianca Umberto Veronesi nell'AIRC.
É anche uno chef, volto televisivo anche, lui é vegano, e ci insegna come poter mangiar bene cucinando in maniera sana.

Ora, io non sono vegetariana nè tantomeno vegana ma aspiro a diventare almeno vegetariana! Si, lo vorrei!
Certo non é cosa facile, lo ammetto, direi anzi che é cosa difficile perché bisogna fare i conti con la famiglia, comprare cibi diversi, e cucinare in modo differente a casa é un'impresa difficilissima, credetemi.
I miei uomini sono onnivori con tendenze di 'assolutismo carnivoro'...mio figlio quando mangia carne sembra in pace col mondo...

Certo la mia cucina é varia ma farla diventare vegetariana...come si fa a far abituare tutti a non mangiare carne e derivati???
Per il momento é impossibile ma la cosa invece che faccio é cercare di cucinare sempre privilegiando le verdure e prodotti "apparentemente" più sani.
Dico apparentemente perché non siamo mai certi cosa si nasconde dietro una mela, una carota, un pezzo di pane...siamo sicuri che siano stati usati prodotti biologici, siamo sicuri che le farine integrali siano trattate adeguatamente?

Spesso ho molti dubbi ma a questo punto non dovremmo mangiare nulla!!!
Tutto é contaminato, tutto é esposto a inquinamento di tutti i generi.

Per farla breve (su questo argomento ci sarebbe da parlare per settimane intere) per quanto mi riguarda faccio il massimo per creare prodotti più sani possibili in cucina e cerco di cucinare in maniera varia, colorata e saporita e...meglio feriti che morti!

Ma tornando alla focaccia integrale, nel libro di Marco ci sono tantissimi spunti per preparare salati e dolci appetitosi ma sani.
Questa focaccia l'avevo già provata ma io la volevo alta, non troppo bassa come é proposto da Marco, come la focaccia ligure per intenderci.

Il risultato é stato ottimo: sia l'aspetto che la sostanza sono state apprezzate.


Focaccia integrale

300 gr farina integrale biologica
200 gr farina 0 biologica
300 ml acqua tiepida
20 gr lievito di birra
10 gr sale
12 gr zucchero di canna
Semi di lino q.b.
Semi di sesamo q.b.
Semi di zucca q.b.
Semi di papavero q.b.
Rosmarino
Sale rosa dell'Himalaya 
Olio evo

Emulsione:
100 ml acqua
100 ml olio evo

Ho iniziato versando le farine nell'impastatrice.
Ho sciolto il lievito, il sale e lo zucchero ognuno in un bicchiere diverso con una parte d'acqua presa dal totale.
Ho inserito tutto nell'impastatrice, ho inserito i vari semini e ho iniziato ad azionare il gancio.
Ho aggiunto pian piano tutta l'acqua ed ho fatto incordare l'impasto fino a renderlo liscio e morbido.
L'ho lasciato lievitare nel recipiente per mezz'ora coperto con un canovaccio umido.
Trascorsa la mezz'ora ho trasferito l'impasto in una teglia rotonda di 26 cm di diametro e alta 6 cm molto oleata.
Ho coperto nuovamente con il canovaccio umido ed ho fatto lievitare per 3 ore.

Al termine della lievitazione ho acceso il forno portandolo a 200 gradi ventilato.

Nel frattempo ho preparato l'emulsione di acqua e olio.
L'impasto lievitando si é ben distribuito nella teglia quindi non l'ho dovuto allargare, ho spennellato tutta l'emulsione, ho macinato il sale rosa, ho distribuito semi di papavero e tanto rosmarino, il mio, profumatissimo! 






Ho infornato in forno caldo a 200 gradi ed ho subito abbassato a 180 gradi.
Cotto per 25 minuti.

Nel frattempo che la focaccia si cuoceva, mi sono grigliata delle saporite melanzane viola.




Abbinata a queste melanzane la focaccia era davvero buonissima!




Buona sana e saporita, alta come la volevo.
E come appunta Marco Bianchi nella sua ricetta, questa focaccia apporta i seguenti Nutraceutici: Fibre e Fotoestrogeni
"Bella e Buona"...

Buona salute a tutti!!!



sabato 10 maggio 2014

La mamma, l'emozione più grande!


                    

                     


La prima parola che ogni bambino/a dice? Mamma
La prima persona con cui si hanno contatti vitali prima ancora di venire al mondo? La mamma
La persona che ti amerà fino all'ultimo respiro e oltre. La mamma

Mamma, é una parola bellissima, facile, una parola che racchiude un mondo intero.
Un mondo fatto di gioie, sofferenze, sorrisi infiniti, sacrifici oltre ogni limite, preoccupazioni e soddisfazioni, incoraggiamenti e cocenti delusioni...
Un mondo unico a cui aggrapparsi quando non ce la fai più, quando hai bisogno di ritrovare te stesso, la tua serenità, la tua ancora di salvezza.

Puoi chiedere tutto alla mamma, lei é sempre disponibile.
La mamma donerebbe la vita ai suoi figli...e tante mamme coraggiose, uniche, lo fanno.
É un dono: per chi è mamma e per chi é figlio.

Mi sento privilegiata e fortunata ad essere mamma: quando è nato mio figlio mi sono sentita finalmente parte del mondo, il tassello mancante era arrivato.
Che gioia incontenibile vederlo per la prima volta, sentire il suo odore ed il suo calore addosso a me...
Il suo viso...il viso che non potrai mai scordare neanche se ti cancellano la memoria!

In questo giorno così gioioso non posso non pensare a tante mamme mancate, a tante mamme che non riescono a diventare mamme, a tante mamme a cui sono stati strappati i figli, tante mamme che sono state strappate alla vita, tante donne che scelgono di non essere mamma.

Ci penso e penso che per ogni caso c'è un perché...si, ci deve essere un perché, assolutamente!
C'è una ragione perché tante non riescono a rimanere incinte, c'è una ragione perché ci sono tanti bellissimi angeli che volano in cielo troppo, troppo presto, c'è una ragione se alcune mamme non possono continuare la loro missione di mamma perché tanti uomini cattivi decidono che é giunto il momento di ucciderle.
Ecco, qui il perché non lo so bene, me lo chiedo ogni volta che ascolto notizie del genere e provo profonda tristezza e impotenza.
Non conosco esattamente il perché ma sono sicura che c'è un perché anche a questo.

Provo profonda commozione, rabbia, ma tanta tanta impotenza anche quando ci sono dei bambini, a tantissimi chilometri dalla nostra Italia, che aspettano i loro genitori, le loro mamme che li vadano a prendere per portarli nella loro famiglia e tutto questo per problemi burocratici/amministrativi che a nessuno è dato di conoscere esattamente e che, ai bambini non interessano affatto.
I bambini vorrebbero passare questa giornata con la loro mamma, che li ha attesi da sempre e che avrebbero diritto ad abbracciarli, e non solo oggi, a baciarli e a riempirli di coccole!

Mi sento sempre più fortunata, mi sento sempre più privilegiata, mi sento a volte in soggezione ad esprimere la mia gioia di essere mamma e di dimostrarlo perché so che ci sono tante persone, amiche, che questo non lo possono ancora fare e devono aspettare.

Oggi, Festa della mamma, auguro a me, alle mamme con i propri angeli in cielo,  alle mamme a cui sono stati strappati i figli e non sanno dove sono, alle mamme che attendono il giorno in cui inizierà la loro seconda vita, alle mamme che verranno, che Maria, la Madre di tutte le mamme, da lassù ci protegga sempre e ci dia sempre la forza di essere forti come solo noi sappiamo essere e ci continui a donare tanto amore.

E auguri alla mia mamma...sempre e per sempre!


                                 


Pensare ad un regalo "ideale" per la mia mamma é impresa ardua, pensare a cosa le farebbe piacere invece é cosa facile.
Se io sono felice, se le sue figlie sono felici, lei é felice!
Questo é il regalo più bello che le si possa fare.



                                        


Ed io esprimo la mia felicità facendo qualcosa di buono e di dolce che sono sicura lei apprezzerà.

É il mio modo per donarle il mio amore, é una delle mie maniere per esprimermi.



                      



Questo dolce lo dedico a lei, alla mia mamma.

Dolce mamma: pistacchio, lamponi e panna

Biscotto al pistacchio:
120 gr pistacchi sgusciati
200 gr burro morbido
200 gr zucchero semolato
120 gr farina 00
4 uova

Cremoso al lampone: (di M.Santin)
150 gr zucchero semolato
380 gr polpa di lampone
4 uova
6 gr gelatina in fogli
130 gr burro

Per le decorazioni e la finitura del dolce:
500 ml panna da montare
Sciroppo di lampone
300 gr lamponi per decorazione
Zucchero a velo
Pistacchi in granella
Pasta di pistacchio

Ho iniziato preparando il cremoso al lampone.
Ho messo in una ciotola la gelatina in fogli spezzettata e 30 ml di acqua per farla ammorbidire.
In una pentola di acciaio ho versato il burro, lo zucchero, le uova leggermente sbattute e i lamponi.
Ho portato a bollore mescolando sempre con una frusta.
Dopo qualche secondo dal bollore, ho spento il fuoco ed ho versato la gelatina ormai ammollata ed ho mescolato bene con la frusta.
Ho usato il mixer ad immersione per amalgamare bene la frutta.
Ho passato con un colino il cremoso di lamponi per eliminare i semini della frutta, in una boule di vetro.
Ho fatto raffreddare ed ho colato in un anello di acciaio (di 20 cm di diametro per 2 cm di altezza) precedentemente coperto nel basso con pellicola alimentare, e posto in congelatore.

Ora passiamo al biscotto:
Ho frullato in un mixer i pistacchi con metà dello zucchero semolato (100 gr).
In una boule ho montato con le fruste il burro con l'altra metà dello zucchero ed ho inserito le uova, una alla volta.
Frullato bene il tutto ho inserito la farina setacciata ed infine i pistacchi miscelati con lo zucchero.

Ho versato in una teglia imburrata di 22 cm e infornato in forno caldo ventilato a 150 gradi per 40 minuti.
Appena cotto ho sfornato la teglia e ho lasciato raffreddare bene il biscotto prima di capovolgerlo.

Ed ora componiamo il dolce:
Una volta freddo ho messo la base di biscotto al pistacchio sull'alzata.
Ho spennellato leggermente il bordo esterno con la pasta di pistacchio alleggerito con della panna montata ed ho messo tutto intorno la granella di pistacchio.

Ho tolto dal congelatore il disco di cremoso e l'ho posto sul biscotto.


Ho montato la panna ben fredda (mettete la boule con la panna da montare e le fruste in congelatore per 5 minuti) e proprio verso la fine ho versato 30 ml di sciroppo al lampone ed ho completato fino a rendere la panna ben ferma.




Con un sac à poche con bocchetta larga a stella ho guarnito la superficie della torta.
Ho decorato con i lamponi, ho spolverato con poco zucchero a velo e voilà, auguri alla mia mamma!